
Se il simbolo di ogni parco Disney è il maestoso castello dalle torri colorate, Fantasyland è il luogo dove si concentrano i desideri, le suggestioni (e anche le aspettative) di chi acquista un biglietto per il più celebre franchising di sogni. Musica a palla con le melodie dei film, dettagli da favola, torri, guglie dorate e i voluminosi abiti principeschi. Varcare la porta del castello è immergersi in un mondo dove tutto è splendido, ovattato e sgargiante di colori. E nessuno sembra averne mai abbastanza. Adulti, bambini, nonni, teenagers, coppie di ragazzi, scuole in gita o appassionati del genere, alla fine a Disneyland Paris tutti si divertono e si sentono per un giorno solo una grande squadra. Come ricorda pure il testo di questa carinissima canzone dal film Rapunzel:
She’s got a dream
They got a dream
We’ve got a dream
So our differences ain’t really that extreme
We’re one big team
Il castello Disney costruito per Parigi ha un’immagine completamente diversa da quelli pensati per altri parchi, mai come in questo caso si è puntato alla totale originalità (non è stato ripetuto in nessun altro resort del mondo). Il lungometraggio ospitato tra le sue stanze è La Bella Addormentata nel Bosco, in perfetto tema le vetrate gotiche narrano i passi della storia come negli interni di una chiesa medievale. Statue romantiche, effetti speciali e un percorso sospesi sui tronchi di alberi rosa. E’ davvero stupendo, pensato per stupire e trascinare all’interno di un mondo diverso. Affacciandosi dalle sue terrazze si vede anche un bel panorama su tutta l’area del parco, dalla giostra evergreen con i cavalli alle tazze ruotanti del Cappellaio Matto, il Labirinto di Alice nel Paese delle Meraviglie, con sullo sfondo le torri del Castello della Regina di Cuori. Prima di uscire fate un salto anche nei suoi sotterranei… il drago di Malefica riposa nelle segrete ma ogni tanto si ricorda di aprire gli occhi minacciosi e sputare fiamme di disappunto.
L’attrazione storica dell’area è It’s a Small World, una piacevole e lenta navigazione tra scenari che riproducono tutti i continenti del mondo con abiti tipici, movenze, animali, colori e sagome di monumenti. La canzoncina è un vero e proprio tormentone e che lo vogliate o no vi ritroverete a canticchiarla anche dopo aver lasciato il parco. Tra ristoranti che sembrano quasi musei e punti d’incontro con i personaggi Disney per scattare una foto, a Fantasyland ci sono diverse attrazioni da provare, alcune più gettonate, altre facilmente accessibili durante tutto il giorno.
I trenini “narrativi” di Biancaneve e i sette nani e Pinocchio raccontano attraverso scenari meccanici e animati tutta la storia dall’inizio al lieto fine, con voci dei personaggi, canzoni, incontri piacevoli e disavventure da superare. Percorsi molto carini ma che non reggono il confronto con il più eleborato e spettacolare dei tre: Peter Pan’s Flight, un volo rocambolesco e in notturna sopra un’illuminatissima Londra. Un’attrazione imperdibile, ma anche tra le più gettonate, quindi cercate di accaparrarvi un Fast Past o vi ritrovete bloccati nella fila!
Per sgranchirsi un po’ le gambe il Labirinto di Alice e il Paese delle Meraviglie è l’ideale. Divertitevi a ritrovare tutti i personaggi del film perdendovi tra i trabochetti, vicoli ciechi e false scorciatoie. Tranquilli, dopo la seconda volta che si torna al punto di partenza si inizia per forza a capire la strada giusta verso l’uscita! Rilassante e spesso neanche troppo affollato Le Pays des Contes de Fées è un giardino con miniature che rendono omaggio ai lungometraggi Disney, per esplorarlo è necessario navigare su una rilassante barchetta dai colori pastello. Questa giostra in teoria sarebbe per bambini piccoli. Si, in teoria. Quando salite guardatevi intorno… vedrete per la maggioranza adulti, e spesso neanche accompagnatori di piccoli consumatori di film Disney. In realtà alla fine sono proprio gli adulti a mostrare una viscerale attrazione per le immagini e le musiche dei grandi classici, in fondo con quelle storie ci siamo cresciuti e stanno lì, da qualche parte della mente, ancora a tormentarci.
Quando scopri che un’opera è diventata un “classico”? Quando smette di invecchiare, quando riesce a proporsi con successo a diverse generazioni, quando la sua lingua diviene universale. Ecco anche i film Disney a loro modo sono dei classici, certo non in grado di competere con i grandi della letteratura e della filosofia, ma comunque degni di essere aperti e riaperti senza indugi. A loro modo riescono a dirti qualcosa, e il dialogo varia dall’età, dal momento in cui ti trovi, da ciò che stai cercando. In momenti diversi l’opera troverà da sola il suo modo di approcciarsi a te, e di sorprenderti.
I film Disney, soprattutto quelli che resistono imperterriti agli anni, hanno una dimensione semplice ma anche ben complessa, per questo che a volte non amo molto le traduzioni italiane delle loro canzoni. In molti casi vengono un po’ smussate degli angoli e rese più digeribili quando invece nascono “multilayers”, come tiramisù e lasagne. Nei testi delle versioni originali anche un adulto può infilarcisi dentro senza fatica e sentirsi per quei cinque minuti il target scelto di quella canzone (dimenticando che le parole escono dalla bocca di una principessa Disney o di un animale della fantasia). C’è una maturità diversa e anche un velo di mistero, la sublime capacità di darti un messaggio limpido e immediato, oppure anche uno da leggere tra le righe con calma, magari nel giro due decenni.