
Praga è una città che non lascia indifferenti, ha tratti in comune ad altre capitali europee ma è un po’ come se uscisse fuori dal nulla e vivesse in una sua dimensione. Praga ha una personalità fortissima, la sua storia da manuale si intreccia a migliaia di piccole storie individuali, a leggende, a racconti decisamente dark e a un’energia strana che si respira e che ti avvolge dal primo istante in cui la incontri. Le storie narrate su Praga sono piuttosto avvincenti e non sapendo quale scegliere ho finito per raccogliere un po’ tutte quelle che ho letto e sentito raccontare durante il viaggio.
La leggenda più famosa di Praga è collegata alla storia dell’Orologio Astronomico nella Piazza Vecchia. Un monumento fantastico restaurato e reso perfetto dal Maestro Hanus di Ruze, il marchingegno sfoggia ancora oggi raffinate tecnologie e al tempo doveva apparire un vero prodigio. Il restauratore aveva però intenzione di realizzare qualcosa di simile anche per altre città e stava già elaborando dei progetti. Un giorno la notizia giunse all’orecchio dei consiglieri che decisero di accecare con l’inganno l’inventore, privandolo della capacità di creare altre opere (più o meno quello che fece Shah Jahan tagliando le mani, sempre secondo leggenda, a tutti coloro che presero parte alla costruzione del Taj Mahal). Ma il povero maestro prima di morire si prese una rivincita, bloccò l’orologio rendendolo inattivo, e Praga rimase nel silenzio per molti anni, fino a che qualcuno finalmente non fu in grado di ripararlo.
Anche il famoso Ponte Carlo, icona di Praga e uno dei luoghi più suggestivi del mondo, è quasi infestato di leggende, storie e superstizioni. La sua costruzione è ormai narrata come un mito, pare che la prima pietra venne posta quando tutti i pianeti erano allineati, tutti tranne Marte, per scongiurarne la distruzione. Alcune storie popolari dicono che il ponte fu eretto sopra ad un tesoro nascosto e il segreto della sua resistenza al tempo e alle inondazioni è la presenza di un numero spropositato di… gusci d’uovo pestati, chiesti in gran quantità agli abitanti delle campagne. Le statue furono aggiunte nei secoli successivi, e ognuna ha addosso cucita la sua storia. La più famosa è quella di San Giovanni Nepomuceno, confessore della moglie di re Veceslao IV, che si rifiutò di rivelare i segreti della regina e venne gettato nel fiume. Sui rilievi della statua è narrata tutta la vicenda accanto alla figura di un cagnolino, simbolo della fedeltà nel tempo.
Impossibile anche non notare un crocefisso circondato dalla scritta di una preghiera in ebraico, un’immagine alquanto strana e paradossale. Alla statua già presente vennero fatte aggiungere le lettere dorate da un cittadino ebreo di Praga in riparazione di una bestemmia. Una targa, proprio sotto all’immagine racconta tutta la storia. Ma quante sono poi le statue? Trenta? Oppure trentuno? Anche se non si trova nella location principale fate caso a un cavaliere con la spada sguainata proprio sotto le arcate che passano sull’isoletta di Kampa. Si tratta di Bruncvik, il nobile avventuroso che dopo un naufragio e sette anni di peregrinazioni tornò in città con una spada magica in grado di annientare i nemici. La stessa spada che la leggenda vuole nascosta tra le pietre del ponte, in attesa di essere ripescata dalle mani di San Veceslao. Quanta roba giace sotto le fondamenta? Non mi sorprende che il Ponte Carlo sia uscito fuori così bene!
Proprio di fianco al Ponte Carlo si trova anche una casa rinascimentale, chiamata la Casa dai Tre Struzzi, che oggi ospita un hotel. Sebbene i tre uccelli siano il ricordo delle attività commerciali di pregiate piume, che furono una vera a propria moda nel Seicento, il celebre “logo” del negozio è legato anche a una leggenda: pare che dopo aver ricevuto due struzzi in regalo, la moglie del ricco mercante, insoddisfatta, iniziò a chiedere di avere pure un terzo. La mattina successiva la vanitosissima signora sparì nel nulla… e il terzo struzzo, una femmina, apparve sul tetto della casa. Solo una coincidenza? Il marito sicuramente ha fatto un affare.
Ed è impossibile non citare il Golem parlando dei misteri di Praga. Si tratta di una leggenda interessantissima precorritrice dell’idea di computer e intelligenza artificiale. Se visitate il quartiere ebraico di Josefov vi capiterà di vedere l’immagine di un gigante d’argilla, è proprio lui, il Golem! Una creatura che veniva risvegliata di notte dal suo inventore, il rabbino Low, per svolgere lavori pesanti e proteggere gli abitanti del ghetto. Ogni giorno il rabbino infilava nella bocca del suo “robot” una formula segreta e per renderlo inattivo la estraeva, sempre prima dell’alba. Una notte l’uomo si dimenticò di “disattivarlo” e il Golem iniziò a seminare panico per le vie di Praga. Il rabbino riuscì a fermarlo a fatica e lo distrusse, la storia si interrompe quì ma pare che i resti del gigante d’argilla siano ancora custoditi gelosamente nella soffitta della Sinagoga Vecchia Nuova.
Al vertice del triangolo con Torino e Lione, Praga è una città legata a leggende di magia e di alchimia. Tutto il percorso che attraversa il centro storico, e precisamente dalla Torre delle Polveri al Castello, è visto anche come un insieme di tappe verso la conoscenza e la purificazione, una specie di strada per l’iniziazione che dalla via Celetna culmina nella via Nerudova. Soprattutto nell’ultimo tratto dell’ascesa ogni casa espone un insieme di simboli, animali fantastici e richiami al mondo dell’alchimia. Difficili da decifrare ma sicuramente belli da vedere, si incontrano passo dopo passo un’aquila rossa, la chiave d’oro, il leone, la ruota d’oro, medusa, la coppa, le tre rose, e così via fino alla Casa dei due Soli, un tempo residenza di Jan Neruda, lo scrittore che da il nome alla via (e lo stesso che adottò anche un certo Pablo Neruda, all’anagrafe Ricardo Eliezer Neftalí Reyes Basoalto).
Il Vicolo d’Oro è una stradina sospesa nel tempo con casette colorate ma questo aspetto fiabesco nasconde un passato remoto alquanto macabro e crudele. Per alcuni anni, sotto il regno di Rodolfo II, le abitazione vennero riservate a un gruppo di alchimisti che avrebbero dovuto tramutare metalli in oro. Si trattava di una prigionia forzata fino al giorno in cui avrebbero trovato la tanto attesa formula e aperto finalmente le finestre verso il sole. Non si sa se i poveri sventurati riuscirono o meno nell’impresa. Altrettanto drammatica è la storia di un’altra inquilina, Madame de Thebes, la veggente che predisse a Hitler la fine del Terzo Reich e che venne torturata e uccisa perchè si rifiutò di ritrattare. La sua casa è oggi visitabile ed espone numerosi oggetti appartenuti realmente alla donna.
Motivo decorativo ricorrente sulle case del centro (ma anche sopra la cupola, la torre campanaria e l’obelisco di san Nicola a Mala Strana) è l’Occhio di Dio all’interno di un triangolo dorato, si, lo stesso che appare sul retro della banconota da un dollaro. E a Praga non manca neanche un Iron Man proveniente dal passato! In un angolo della Via Platenerska, vedrete la statua di un uomo in armatura protagonista di una leggenda famosissima. Dopo essersi macchiato di un omicidio un cavaliere venne trasformato in statua dalla maledizione della sua amata. Solo per una notte ogni cento anni il cavaliere può muoversi dal suo piedistallo e cercare una giovane donna che possa aiutarlo a ritornare umano. Ma a quanto pare continua a bruciarsi tutte le occasioni, e la prossima sarà nel 2109.
Anche le case intorno a Piazza della Città Vecchia sono un codice silenzioso di tante piccole storie. Simboli che danno il nome alle case, ricordi del passato della famiglia che vi abitava, un libro di memorie sotto gli occhi di tutti e così maledettamente affascinante. Proprio nei pressi dell’Orologio si trova anche la Casa dal Pesce d’Argento (facilmente riconoscibile per via della statua incastonata sul muro). La leggenda racconta che un uomo prima di scappare fuse tutti i suoi averi in un grande stampo per dolci a forma di pesce, lo infilò all’interno di un muro ma non fece mai più ritorno a Praga. I suoi sforzi non andarono sprecati, seppur siano passati di mano. La sventura dell’uomo in fuga divenne la fortuna del nuovo proprietario dell’appartamento. La fortuna è una ruota gira!
Ci sono talmente tante leggende per le vie di Praga, e pure delitti e fantasmi che ricorrono i loro assassini per punirli o attrarre l’attenzione sui veri colpevoli. Praticamente ogni strada ha i suoi personaggi. Pure la via dove abbiamo preso l’appartamento ha il suo ospite d’onore: nella via Tomasska si racconta ancora oggi la storia di un fabbro tradito ripetutamente dalla giovane moglie con un suo apprendista. L’uomo morì all’improvviso, apparentemente per cause naturali e la moglie ben presto si sposò di nuovo. Solo molti anni dopo la verità venne a galla e si scoprì che il fabbro era stato assassinato dalla coppia di amanti (che nel frattempo avevano vissuto impuniti, felici e contenti).
Lungo la via Karlova ad un certo punto si nota un’immagine abbastanza familiare, una specie di biscia dorata che vomita (o ingoia) una figura umana, lo stesso stemma adottato anche dei Visconti di Milano. E già che ci siete, proprio nella stessa location fate caso anche alla Casa del Pozzo d’Oro, un edificio dalla facciata molto vistosa, con figure scolpite e l’immagine di una donna addormentata su un teschio. Le leggende narrano di un pozzo ripieno di gioielli e monete d’oro nel cortile della casa, era così stracolmo di preziosi nelle giornate di sole uno strano bagliore era visibile fin dalla strada. Una delle domestiche della famiglia un giorno decise di “indagare” per impossessarsi della fortuna ma finì intrappolata. I suoi resti vennero trovati solo dopo molti anni, insieme al leggendario tesoro.
All’interno della Chiesa di San Giacomo si trova un particolare alquanto “creepy”, fate caso ad uno strano oggetto penzolante da una colonna. Pare che un ladro mentre cercava di rubare i gioielli dalla statua della Madonna, venne misteriosamente trattenuto per un braccio. Passò tutta la notte nella chiesa impaurito e il giorno succesivo decise di tagliarsi l’arto pur di scappare. Il braccio resta ancora appeso nella chiesa come ehm… dissuasore ed antifurto. E dai fantasmi narrati si passa a quelli con cui i turisti si fanno pure i selfie, come la statua tenebrosa davanti al Teatro degli Stati Generali. In ricordo della prima del Don Giovanni di Mozart che avvenne proprio nelle sale del teatro, dal 2000 è stata posta la statua del Commendatore, il fantasma che appare nell’opera.
L’atmosfera cupa di Praga non svanisce neanche sotto i raggi del sole, se sei triste ti riporta il sorriso, sei sei felice ti trascina addosso una strana malinconia. Ma la città che appare nelle cartoline e nelle guide turistiche non è che la punta di un iceberg, Praga non si può quantificare solo in piazze e monumenti, la sua vera bellezza non è in quello che vedi ma come ti senti mentre sei lì. E una vera enciclopedia di simboli, volti, animali fantastici, fantasmi, storie e leggende la rende ancora più intrigante, appetitosa, indimenticabile.