
l’India si mostra a te senza riserve, ti spazza via per un motivo o per l’altro tutte le tessere che hai ordinato con pazienza. Puff! Cadute una sull’altra, e con un solo respiro. Spesso si parla di realtà difficili, di regole assurde, di situazioni che non vorremmo nè vedere nè capire. Se volete leggere notizie tristi non è il blog che fa per voi, in questo spazio racconto soprattutto cose belle, luoghi da vedere, ricette da provare, particolari insoliti e curiosità. Pur nella sua complessità e durezza l’India è un luogo che non smette mai di sedurmi, riportandomi ad una dimensione più spontanea e verace della vita. Per puro diletto oggi propongo un articolo poco serio su prezzi, parole, usanze diverse e dissuasori di cattive abitudini. La prossima volta che sarete in viaggio guardatevi intorno (e fateci caso).
PREZZO SUI REGALI? NESSUN PROBLEMA
Quella che in Italia sarebbe un’imbarazzante dimenticanza in realtà in India è la routine. Il prezzo dai regali non si toglie, nessun problema a mostrare quanto si è speso (o risparmiato). Non importa affatto e non c’è niente da nascondere, purchè il regalo piaccia. C’è da dire che la scelta dei regali non è quasi mai un’azione istintiva ma un processo lento che coinvolge anche più pareri e più giornate di shopping. Regali fatti con il cuore, e quanto ho speso lo puoi vedere, why not?
MARKET PRICE (AND OUR PRICE)
Facendo acquisti a volte si diventa un po’ confusi. Qual è il prezzo vero di un oggetto? Nessuno riesce a saperlo. C’è un prezzo scritto sulla scatola però non è detto che sia ciò che dovete pagare, il Market Price è più o meno una linea guida, quello che vince alla fine è l’Our Price, il prezzo deciso dal negoziante (o suggerito al capo dal commesso) attraverso una contrattazione rapida e coincisa. Nei mercati ancora questo sistema va per la maggiore anche se, con l’arrivo di showrooms più eleganti e moderni, i nuovi negozianti preferiscono presentare un prezzo imposto e immovibile per aumentare il prestigio della loro attività commerciale. Quindi osservate: se c’è l’aria condizionata, un ambiente molto curato e dal design moderno, vale il prezzo nella scatola (e non si discute). A me piacciono però i negozi tradizionali dove per comprare una cosa si parla mezzora e il resto se è poco te lo danno in caramelle, mi ricorda quando ero piccola e facevo lo stesso nell’alimentari sotto casa.
COME MAI I CAMION INDIANI SONO COSI’ DECORATI?
Si passa dalla mitologia ai detti popolari, immagini di strumenti musicali, santi o frasi prese in prestito dai film accanto all’immancabile invito a suonare il clacson come se fosse Capodanno “Horn Please”. Ogni camionista tende a voler superare l’altro con i disegni più originali e colorati, ecco perchè esagerare è la norma. E poi certo, guidare tutto il giorno per le strade indiane è difficile e rischioso, le immagini sacre sono simboli di protezione, positività e aiuto in caso di problemi.
LA COMPLICATA QUESTIONE DEL BAGNO
Anche se negli ultimi anni i Wc, le fantomatiche seggiole in ceramica all’occidentale, si stanno diffondendo in modo capillare nelle case indiane, c’è ancora una certa diffidenza e la questione western toilet vs eastern toilet sembra ancora irrisolta. Alle base di questa disputa ci sono due diversi correnti di pensiero (non è solo globalizzazione vs usanze locali). La posizione seduta appare più comoda ma meno efficace, la rannicchiata sembra più difficile (almeno se non ci si è abituati da sempre) ma veloce e funzionale. Tanto per non fare giri di parole: la pressione esercitata sull’addome faciliterebbe il compito anche per chi di solito “ha problemi” e pare che il bagno tradizionale sia anche più rapido da disinfettare a fondo. Per non sbagliare in molte case si trovano entrambe le soluzioni, una accanto all’altra (anche se la versione asitica va ancora per la maggiore). Il dibattito ha ispirato anche la trama di un film d’autore, Piku, del quale vi consiglio la visione.
AGLI INDIANI NON PIACE MANGIARE A TAVOLA
Almeno non nella propria casa. Al ristorante e al fast food mangiare a tavolino è la norma. Se invece venite invitati a casa di amici con tutta probabilità vi accorgerete che non c’è l’etichetta precisa del “tutti insieme” e nello stesso luogo. Per un italiano, abituato al pronti, partenza e via, è uno autentico shock culturale. C’è chi mangia prima, chi mangia dopo, chi sta sulla sedia, chi sul divano, chi in piedi e chi seduto sopra al letto. Nessun posto specifico, nessun appuntamento, nessun “buon appetito” … e soprattutto niente tovaglia.
NON SI SERVONO MAI NEL PIATTO TRE CHAPATI
Alla faccia del numero perfetto! In India il tre è considerato sfigato e visto che il cibo si rispetta ed il pane è il più sacro degli alimenti, tre roti in genere non si servono mai. Se ne mettono nel piatto due e poi si aggiunge sul tavolo il rotibox per le “ricariche”. Se siete ospiti di qualcuno fateci caso. Sempre parlando di usanze che riguardano il pane indiano, la prima schiacciatina della giornata in genere non si mangia ma si mette da parte (per essere donata alle mucche sacre). Dietro a questa pratica però c’è anche un’altra motivazione, il primo roti riesce sempre così così, soprattutto se la padella non ha ancora raggiunto la temperatura giusta.
VE LA RICORDATE ARIEL alle prese con l’ARRICCIASPICCIA?
Più o meno ci siamo. In India la forchetta non è così sconosciuta come nella collezione sottomarina della Sirenetta, ma quasi. A meno che non andiate in un ristorante chic con molta probabilità l’unica posata presente sarà il cucchiaio. Trovare una forchetta o un coltello è decisamente più raro. Il motivo è principalmente la diversa consistenza e natura dei cibi, insomma, se vi mettete a tagliare chapati con il coltello, intingendoli nel condimento con la forchetta sarete ridicoli (e vi prenderanno in giro anche le pietre). Quindi su, mangiate con le mani! O al massimo con il cucchiaio, è così che si fa e non c’è niente di male. Paese che vai, usanze che trovi.
IL CURRY NON ESISTE
Almeno non lo stesso “curry” che ci aspetteremmo di trovare. Le miscele di spezie da abbinare a particolari piatti si chiamano masala, per esempio pav bhaji masala, il byriani masala, il tikka masala, il chaat masala. Ci sono combinazioni di masala per qualsiasi cosa, dalle lenticchie alla macedonia, ma nessun curry, neanche uno, ecco un mito da sfatare. Quindi in un menù al ristorante in India non troverete un riso “al curry” ma un Veg or Non Veg Byriani, oppure una ricetta Butter masala, Kadhai, Tandoori, etc, a seconda della miscela di partenza e del metodo di cottura. La parola curry si può incontrare per indicare piatti di consistenza liquida, tipo zuppe o creme (e non il classico sacchettino di spezie gialle multiuso). La prossima volta che state per partire per l’India e un amico vi chiede di “portargli un po’ di curry” voi rispondente “eh, mah, si, no, vediamo… a proposito, lo sai che il curry non esiste??”
PUBBLICITA’ CHE RIESCONO A FARE QUALCOSA DI BUONO
Dove consultori e consigli medici hanno fallito il successo arriva dal cinema. E’ stata proprio una serie di pubblicità progresso attaccate alle proiezioni delle nuove pellicole di Bollywood a ridurre il consumo di tabacco e bustine di paan masticabile. Immagini crude e terribili sulle conseguenze del consumo di determinati prodotti hanno portato a una positiva diminuzione dell’uso, soprattutto nei giovani e nelle città. Quindi se anni fa era la routine schivare sputazzi rossastri a terra, e incontrare cartelli come questo …
… ora non più. Il fenomeno esiste ancora ma è in costante diminuzione grazie alle campagne cinematografiche con immagini ai limiti del film horror (ma purtroppo vere, tratte da casi clinici reali).
ESISTONO ANCHE ALTRI TIPI DI DISSUASORI
Per esempio immagini sacre incastonate nei muri per evitare che … vengano usati come toilette. Se cartelli e sorveglianze non riuscivano ad arginare il problema a sostegno della causa sono arrivate le immagini religiose. Dove non ti vedo io, ti vede Dio. Un sistema più efficace delle telecamere a circuito chiuso (e guai a te se ti comporti da incivile).
QUANDO PIOVE SI MANGIA IL FRITTO
Sabato o domenica di pioggia? Giornata umida uguale ingozzata oltraggiosa di fritto!!! Evviva! Quando piove si mangiano pakora, puri e cachori come se non ci fosse un domani!! Non saprei spiegarne il motivo ma si, è un’usanza piuttosto diffusa. Alla prima nuvola grigia colazione con antipasti e salse bruciapalato a volontà.
IERI SI DICE COME DOMANI
La parola Kal si usa in entrambi i casi. Come si capisce la differenza? Da tutto il resto, dal contesto. Quelli come me che impigriti dall’inglese non si sono ancora sciolti con l’hindi fanno regolarmente figure terrificanti con l’uso di questo benedetto ieri – domani. Dopo un po’ di caos mentale mi ritrovo dentro ai versi di Walt Withman “e canto del passato, ma anche del futuro”. Nel mio caso però, per errore.
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