
Ferragosto. Tempo di ferie ma anche il momento in cui si inizia a pensare che l’estate non resta ancora per molto e non c’è un attimo da sprecare. L’Umbria non ha il mare ma vive un’estate ricca di eventi, belli per chi vi giunge in vacanza ma anche per chi li vive da vicino e vuole dimenticare di essere rimasto a casa. Corciano è uno dei borghi più belli d’Italia, il suo Festival estivo ha una tradizione già lunghissima (la 52°a edizione quest’anno) e un ventaglio di proposte culturali molto vario che può attirare diversi tipi di pubblico senza scontentare nessuno. Nell’arco di due settimane, concerti, teatro, ma anche attività d’intrattenimento, mostre, e tre bellissime giornate di rievocazioni storiche che culminano proprio il 15 agosto per il Corteo rinascimentale del Gonfalone. Una tradizione che si ripete ogni anno lo stesso giorno dal 1969 e che riprende tradizioni ancora più antiche, legate al ringraziamento e a riti propiziatori. Ecco il mio piccolo fotodiario.
I gruppi storici e i tanti figuranti partono dal convento di Sant’Agostino e scendono lentamente al ritmo dei tamburi percorrendo tutta la discesa. Attraverso gli oliveti fino alle scale di pietra e l’ingresso alla cittadina medievale. Per chi aspetta dal borgo già il lento avvicinarsi dei colori e dei suoni del corteo è suggestivo. Il caldo e il sole in testa un po’ meno ma comunque ne vale la pena.
Sfilano le dame, alcune veramente bellissime, con abiti rinascimentali sontuosi e decorati di perle, le figure pubbliche in pose altere, i rappresentanti delle arti e dei mestieri con il loro seguito.
Non mancano le guardie in armatura, il gruppo dei tamburini e quello delle chiarine. E anche il falconiere, dall’aria un po’ tenebrosa. Il corteo parte con notevole ritardo, la stanchezza si fa sentire ma posso immaginare che riunire e preparare oltre 300 persone tutte insieme e allo stesso momento non è per niente facile. Attesa pesante ma in fondo giustificata.
Sacro e profano si mescolano e il tutto culmina con l’arrivo dell’immagine della Madonna, ritratta nel gonfalone di Benedetto Bonfigli. Ovviamente sfila una riproduzione mentre l’originale, commissionato al tempo per salvare la popolazione dalla peste, è custodito all’interno della Chiesa dell’Assunta.
Secondo un’antica tradizione nel corteo sono presenti anche i prigionieri, la cui liberazione al termine del corteo ricorda l’usanza di ridare la libertà a due reclusi come buon auspicio in occasione della festività.
Non solo nobildonne, uomini eleganti e autorità ecclesiastiche. Anche il gruppo dei contadini è altrettanto accattivante, gli abiti saranno meno colorati e appariscenti ma in compenso ci sono fiori, frutta, pulcini, e teneri bimbi in braccio. Alcuni anche piccolissimi. Adorabili.
Mi è piaciuta molto la donna che ha impersonato la chiromante. L’abito e gli accessori curati nei dettagli, l’acconciatura un po’ bizzarra con le penne del pavone e uno sguardo molto intenso. Un viso che colpisce.
Solo dopo la fine del corteo ho capito che non serve attendere all’ingresso ma si può vedere meglio per le vie del borgo prima che i gruppi raggiungano piazza Coragino. In quel tratto c’è meno gente e si possono osservare i dettagli dei costumi, godendosi l’atmosfera senza fare a spallate o trovarsi di colpo in mezzo alla calca.
Nei giorni precedenti le serenate dei menestrelli hanno riportato ancora una volta il passato per le vie del borgo, tutti sotto ai balconi delle dame a cui dichiararsi per una passeggiata insieme tra canti d’amore, poesia in perugino e allegri sipari in dialetto (dal linguaggio molto colorito anche, via). E la notte del 14 la Processione del Lume, suggestiva al chiaro di luna, con canti, orazioni e lingua latina. Due serate molto coinvolgenti e piacevoli delle quali però parlerò nel prossimo post.
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