
Il Mercato delle Gaite è una delle rievocazioni storiche più note dell’Umbria, a renderla così celebre anni e anni di passaparola, quello giusto, e alcuni famosi click di McCurry che negli ultimi anni ne hanno accresciuto la fama in modo esponenziale. A Bevagna torna a rivivere il Medioevo, non quello dei principi e dei cavalieri ma della gente comune, dei mestieri e delle innovazioni tecniche che si andarono a sommare e perfezionare ogni giorno. E’ la storia delle piazze, dei bottegai e dei mercanti, dei monaci che svolgono la loro opera in silenzio e dei venditori che urlano per pubblicizzare e vendere la propria merce. Un seducente tuffo nel passato per le strade di un borgo accogliente che ha sempre qualche storia in più da raccontare.
Nel Medioevo si sono sviluppati tanti aspetti della nostra vita quotidiana e questo insieme di epoche, variegato come un collage, ci somiglia ancora moltissimo. Dagli Statuti di Bevagna si divideva la città in quattro Gaite, o quartieri, che prendono il nome dalle chiese della cittadina, le fazioni concorrono una contro l’altra, ciascuna propone il suo meglio e lotta per aggiudicarsi la vittoria, una sfida a tutto tondo che oltre che gli allestimenti e l’atmosfera generale giudicherà anche l’abilità di tirare con l’arco e la gastronomia.
Per due lunghe settimane di giugno la storia esce fuori dalla sua scatola del tempo per invadere, come una ventata fresca, una cittadina intera e tutti coloro che le sue strade calpestano. La manifestazione ogni anno si ripropone sempre uguale e sempre diversa per ammaliare i novizi e ritrovare gli affezionati. Splendido il Mercato della Gaita San Giovanni sia per la messa in scena che per la location, a partire da una lunga scalinata ripida. Se non avete tempo di vederne più di uno fate in modo di vedere almeno questo, ve lo ricorderete a lungo.
Quando visitate le Gaite non date niente per scontato, partite organizzati e il sito ufficiale della festa vi darà una grossa mano. Alla manifestazione potreste vedere tutto oppure niente, la differenza la fa l’organizzazione, la fedeltà agli orari, l’arrivo nei luoghi giusti prima dell’inizio degli spettacoli, o delle cene, e la mappa del borgo a portata di mano.
Intanto partiamo dai fondamentali. Per vivere bene l’evento non basta andare una sera, e neanche mezza giornata. Ci sono file per mangiare, per entrare alle visite dei mestieri, e i percorsi guidati richiedono sempre del tempo, durante il quale si ascoltano spiegazioni, si vedono macchinari antichi in movimento e reali passaggi delle fasi produttive, si conoscono persone e ci si ritrova all’interno di una specie di lezione/teatro itinerante. La fretta scordatevela, anzi, l’ideale è andare a Bevagna almeno un paio di giorni, o al massimo (anzi, mi correggo, al minimo) dedicare un giorno intero ai mestieri e uno solo alle rappresentazioni dei mercati.
Non tutti i giorni vedrete le stesse cose. Soprattutto nel secondo weekend. Controllate la scaletta di spettacoli e competizioni a tema storico. I mercati si svolgono solo l’ultimo giorno ma aprono a orari alterni, per poterli vedere bene (pieni di figuranti, animali e movimento, e non disabitati) dovete seguire il programma e presentarvi puntuli, in genere due gaite la mattina e due il pomeriggio aprono ai turisti mentre le altre sono impegnate per le visite della giuria. Estrema importanza ha l’arrivo del comitato di esperti che valuteranno le rispettive performance, quando entrano loro i turisti devono… sloggiare. Ricordatevelo.
E come nel medioevo la vita torna a pulsare nelle piazze, luoghi di riunione, di incontri, di spettacoli e comunicazioni pubbliche. La gente è sempre tanta, seduta sulle gradinate per vedere danze, giullari, musici e momenti di accesissima sfida tra i quartieri, si ritrova la voglia di passare una serata estiva all’aperto, in mezzo alla folla oppre a lume di candela, con l’ebrezza di compiere un salto nel passato.
Ogni gaita propone la sua messa in scena animata della vita quotidiana del tempo, artigiani e generi alimentari, beni di uso comune e scene teatrali per rievocare i volti perduti di un mondo che ci è ancora tanto vicino. Basta guardarsi intorno e passeggiare tra i vicoli del borgo, lungo le sue mura, entrare nelle chiese, osservare l’armonia delle sue belle piazze. E anche se ogni tanto la storia romana e la modernità fanno capolino in un angolo e un altro, Bevagna indossa ancora ogni giorno i suoi abiti medievali.
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