
Con la sua perfetta varietà di paesaggi rassicuranti e vitali la Toscana riesce sempre a stupire ed è il luogo ideale per passare weekend rigeneranti a contatto con la natura. La Val d’Elsa è ricca di storia e di bellezze, il cuore della Toscana medievale, terra di fiumi e di borghi troneggianti su dolci colline tra la sfera d’influenza di Siena e quella di Firenze. L’area fu un importante punto di passaggio per commerci e grandi affari, luogo di transito dei pellegrini e mercanti lungo la Via Francigena che completamente la attraversa.
MONTERIGGIONI, LA PERFETTA CORONA
La corona di torri cantata da Dante appena fuori dall’area urbana di Siena è il punto di partenza per un itinerario alla scoperta della Val d’Elsa. Al borgo e alla sua bellissima festa medievale ho dedicato già due post interi (Di torri si corona e Monteriggioni in un giorno qualunque), il suo profilo è così accattivante e riconoscibile che scorgendolo dal finestrino dell’auto sarete obbligati a fare una sosta anche se non l’avete messa in programma. La cittadina/castello si visita in fretta, il tempo di una passeggiata per i suoi vicoli e sui camminamenti di ronda, le sue mura sono ancora perfette, imponenti e dal perimetro intatto, visibili come un miraggio da uno dei tanti sentieri che si arrampicano nella campagna.
COLLE VAL D’ELSA, CITTA’ DEL CRISTALLO
La città meno turistica della Val d’Elsa è anche quella dai tratti più spontanei e autentici. Non troverete la folla o i gruppi organizzati e potrete assaporare ogni istante della vostra visita con tranquillità. Due strisce di edifici medievali parzialmente circondati da mura e con le caratteristiche case-torri che furono simbolo del potere economico dei borghesi nuovi ricchi. La città alta di appoggia su due colline, unite da un insolito passaggio, la via Campana e il Palazzo Campana, un edificio rinascimentale che fa da collante tra le due porzioni del centro storico. Passeggiando, tra chiese, vicoli e musei incontrerete ottimi ristoranti per assaggiare piatti tipici della tradizione come i Pici con le Briciole, una pasta lunga e spessa condita con aglio, spezie e molliche di pane saltate in padella. La tradizione culinaria semplice è celebrata ogni anno durante la Sagra della Miseria, una festa locale per riscorpire i sapori della cucina povera legata al mondo contadino: la panzanella, la pappa al pomodoro, i pici, le polpette, gusti decisi e così appaganti da non far desiderare nient’altro.
Colle Val d’Elsa è da sempre un centro di produzione di beni materiali, la tradizione manifatturiera del passato remoto (la stampa e la lavorazione del ferro), incontra la produzione industriale del passato prossimo, il vetro e cristallerie di pregio del Novecento, alle quali è stato dedicato anche un museo all’interno dello stabilimento dell’ex vetreria appena fuori le mura. Il percorso museale ripercorre la storia produttiva della città, dalle prime fabbriche nell’Ottocento alla cavalcata commerciale della Vetreria Boschi, industria di spicco di tutta l’area negli anni precedenti e appena successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Si producevano cristalli per la tavola, soprammobili, vasi e oggetti di pregio dall’aspetto sempre più sofisticato. Il Museo del Cristallo è piccolo ma allestito in modo molto accattivante, si passa da oggetti d’epoca ad altri di design, dalla documentazione storica ad effetti visivi, giochi di specchi, riflessi, colori e luci. Da vedere.
SAN GIMIGNANO, MANHATTAN DEL MEDIOEVO
Nell’itinerario non può mancare una sosta a San Gimignano, la cittadina più famosa e più visitata della Val d’Elsa, che incanta con il suo profilo di grattacieli medievali. Percorsa internamente dalla Via Francigena, che oggi corrisponde alla via S.Matteo e e S. Giovanni, è una città storica perfetta la cui fortuna era legata ad una preziosa polvere gialla ancor più costosa dell’oro: lo zafferano.
Dalla Piazza della Cisterna si ha una bella vista delle due “torri gemelle”, costruite dalla famiglia ghibellina degli Ardinghelli, in perenne competizione con i Salvucci, i guelfi più potenti e in vista della città. Erigere torri più alte degli avversari divenne un’ossessione e un modo per fare sfoggio della propria posizione sociale. Tanta superbia però venne però arginata dal governo cittadino, infatti, dopo aver tracciato dei limiti all’altezza delle costruzioni private (nessuna doveva raggiungere i 51 metri della Torre del Palazzo Comunale), addirittura si giunse ad abbassarle, fino a dimezzarle, per porre fine alla moda e alla sconsiderata competizione delle diverse fazioni.
Delle settantadue torri che un tempo disegnavano il profilo di San Gimignano ne restano in piedi solo quattordici, la più alta è la Torre dell’Orologio del Palazzo Comunale, che si può visitare per avere una vista a volo d’uccello su tutto il borgo e la campagna che lo circonda. Molte delle torri più famose si affacciano sulla Piazza della Cisterna, asimmetrica e in discesa, il cui punto focale è il pozzo duecentesco ancora perfettamente conservato. San Gimignano mantiene un aspetto rigorosamente medievale e così suggestivo da apparire scenario di una fuga nel tempo. Passeggiate tra le sue vie tortuose, osservate i cortili interni con loggiati e scale, ma prendetevi anche del tempo per scoprire le sue chiese rinascimentali affrescate con veri capolavori come la Cappella di Santa Fina del Ghirlandaio e le opere di S.Agostino per mano di artisti come il Pollaiolo, Benozzo Gozzoli e Benedetto da Maiano.
CERTALDO, DOVE NACQUE IL BOCCACCIO
Seppur meno famosa della vicina San Gimignano, la città natale del Boccaccio è un vero gioiello di urbanistica medievale. Il borgo alto, dal tipico colore rossastro dei mattoni, si sviluppa lungo un’arteria centrale in lieve pendenza, per raggiungerlo è necessario parcheggiare l’auto a valle e salire in funicolare sulla cima della collina dove si osservano panorami straordinari e regna la quiete e il silenzio. Il Palazzo Pretorio (ex Castello degli Alberti) occupa il punto più alto e dominante, lo circondano ancora completamente le mura originali e il suo cortile interno è a dir poco delizioso. In un Paese costellato di meraviglie è sempre difficile scegliere eppur mi sento sicura di affermare che il centro storico di Certaldo è per me uno dei più belli d’Italia.
Il nome di Certaldo è legato a quello dello scrittore Giovanni Boccaccio, che probabilmente nacque, visse e morì, proprio in uno degli edifici del centro. Oggi la casa è stata in gran parte ricostruita (subì gravi danni durante l’ultima guerra) e allestita a Museo e Centro Studi, all’interno si possono trovare oggetti del suo tempo, abiti, documenti e numerose traduzioni del Decameron in diverse lingue straniere, durante recenti lavori di restauro sono state ritrovate alcune calzature femmili risalenti al XIV secolo, oggi esposte in una teca di vetro. Il corpo dello scrittore riposa nella chiesa di S. Michele e S. Jacopo, a poca distanza dalla Casa Museo.
Particolarità di Certaldo sono anche le botteghe artigiane che animano i vicoli medievali, si passa dai cesti di vimini intrecciati a mano alla ceramica artistica, dagli articoli etnici di pregio ai souvenir artigianali in legno o ferro battuto. Se avete l’opportunità di visitare il borgo nel mese di luglio fate in modo che le date del viaggio coincidano con quelle della Mercantia, un festival me ra vi glio so che nelle notti d’estate porta in scena il teatro, gli artigiani e gli artisti di strada con spettacoli ed eventi sempre diversi.