
Alle bellezze di Spello si è aggiunto da poco un nuovo museo dopo anni di lavori e restauri. Un padiglione nuovo di zecca, e dal design piuttosto accattivante, custodisce i resti di una lussuosa villa romana, dimora nell’antica colonia Julia di Hispellum situata tra la campagna e le mura cittadine. La ricca dimora fu costruita a cavallo tra il I e il II secolo d.C., distrutta nel V secolo per cause ignote venne ricoperta di terra e sigillata come una confezione regalo per il futuro. Il suo ritrovamento è stato recente, solo nel 2005, durante gli scavi per realizzare un parcheggio con grande sorpresa tornarono alla luce i primi mosaici, un avvenimento che bloccò i lavori in corso e modificò drasticamente l’uso futuro di quel pezzo di terreno.
Il museo da poco inaugurato non una semplice copertura ma un padiglione dall’aspetto accattivante con tanto di tetto erboso dalle forme ondeggianti, luminoso all’interno, grazie a finestroni in alto e completamente privo di ostacoli, una via di mezzo tra la cupola di una cattedrale e la grande sala di un centro conferenze. Si cammina su una passerella direttamente sopra i mosaici, e si ha la sensazione di entrare nel sito archeologico, vedendolo da vicino, in tutte le angolazioni.
La porzione centrale della villa è stata ritrovata con i suoi splendidi tappeti di pietra e alcune porzioni di intonaco e stucco. Dieci ambienti con pavimenti di mosaico nei quali si celebra una Natura rigogliosa e buonaria, dai ritmi festosi ma ben scanditi, come una danza del tempo sulla Terra e delle sue creature. Animali reali collegati al territorio (ancora oggi) come il cinghiale, incontrano tigri marine fantastiche, in un tappeto celebrativo dove reale e immaginario si uniscono.
Gustatevi con calma i 500 mt quadrati di bellezza, mosaici che hanno pazientemente aspettato di tornare alla luce, attendendo silenziosi sotto la superficie di un campo sportivo come tanti. Durante gli scavi non sono stati ritrovati indizi che portino al nome del proprietario, sicuramente una persona influente e ricchissima, ma della quale non figurano tracce, se non forse il tema dei mosaici della casa che raccontano la vendemmia, le stagioni e la mescita del vino. Sarà stato un imprenditore nella produzione vinicola? Magari si.
All’inizio del percorso fate caso ai resti di quella che era stanza riscaldata, è possibile vedere ancora il sistema di riscaldamento con il forno e l’intercapedine (le suspensuarae) tra il pavimento e il suolo costruita da colonnine di mattoni.
Il museo è stato inaugurato solo lo scorso marzo ma c’è già molto entusiasmo. Le stanze che sono state ritrovate si aprono su un cortile con porticato (probabilmente con colonne) e agli ambienti principali sono annessi anche ambienti di servizio, più stretti e senza pavimentazioni. Bellissimo il mosaico del Sole radiante con motivi geometrici, piante, fiori e uccelli di tessere colorate, nel pavimento degli scudi i motivi che creano un’illusione ottica tridimensionale, ma il mosaico più bello e complesso è quello del triclinio, con scene di vendemmia, personoficazioni delle stagioni e figure di animali locali, esotici e immaginari.
Il progetto finito del museo sorpassa nettamente ogni aspettativa, lasciando a bocca aperta coloro che si aspettavano un’allestimento scarno e noioso. Già dall’esterno, con la sua immagine piacevole, l’edificio è capace di trascinare come una calamita anche i più scettici nei confronti dell’archeologia. Modernità nell’arcaico passato, una celebrazione delle radici stessa della cittadina umbra.
All’ingresso si trova un’area di approfondimento con aree interattive e giochi per bambini, come comporre un semplice mosaico con le proprie mani. Un’app da scaricare, tablet di cortesia per conoscere la vita quotidiana del tempo, filmati e pannelli informativi. Postazioni multimediali e spiegazioni passo dopo passo, renderanno piacevole e semplice la visita, visualizzando materialmente quella visione del passato che gli amanti di antichità già hanno ogni volta che varcano la soglia di un sito archeologico. Come era. Come è. E che fortuna averlo ritrovato.
Da umbra sono orgogliosa che proprio nella mia regione si trovi un allestimento così d’effetto, nel quale non si osserva frettolosamente ma si torna a vivere un’epoca, e dove c’è spazio per tutti, appassionati, neofiti e bambini.
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