
Il Molise è una delle terre meno conosciute d’Italia, eppur ne regala sorprese. Una regione piccola ma dotata di una natura piuttosto varia, dalle montagne alle colline, a un tratto di mare pulito e spiagge sabbiose, una costa splendida e quasi “compressa” tra l’Abruzzo e la Puglia. Con un po’ di pazienza il Molise è il luogo ideale per vagare e scoprire luoghi interessanti, per esempio Larino, piccolo centro storico circondato da una campagna che sembra dipinta con colori ad olio. La scenografia dell’ambiente che da Termoli conduce all’entroterra mi ricorda tanto i paesaggi della Val d’Orcia, una poesia leggera di alberi, campi coltivati, agriturismi, vigneti e olivi.
In realtà quella che oggi appare una piccola città nascosta tra olivi e frutteti in antichità era un centro molto attivo, fiorente, complice anche la poca distanza dal mare e la presenza di terreni fertili e facilmente lavorabili. Fondata dalla popolazioni italiche dei frentani (e poi degli osci), la città venne annessa alla Repubblica Romana in seguito all’esito delle guerre sannitiche ed era una città di dimensioni molto più estese di oggi. Il suo nome è stato modificato più volte e da Frenter fu cambiato in Larinum, luogo di venerazione dei lari, gli spiriti protettori della famiglia.
Il suo passato romano emerge ancora oggi tra le rovine dell’anfiteatro (parzialmente scavato nel tufo e terminato nel 150 dc) che si ritaglia la sua isola tra i condomini e una sopraelevata in cemento. La costruzione mostra lo scheletro della sua antica possenza, nel pieno del suo splendore l’anfiteatro poteva accogliere 18.000 spettatori e prevedeva posti riservati all’elite cittadina e altri, con visibilità ridotta, per il popolino. Dalla “porta dei gladiatori” uscivano i vincitori degli incontri, dal lato opposto venivano invece portati via i vinti e le carcasse degli animali. Entrare è molto suggestivo e nonostante il tempo e il decadimento degli anni il luogo non ha perso la sua immagine grandiosa e monumentale. Il sito si può visitare di mattina, l’ingresso è libero. Basta salire una scala dall’anfiteatro per trovarsi tra gli scavi archeologici delle ville romane e dei complessi termali, si possono vedere ancora porzioni dei mosaici con motivi marini e disegni geometrici. Il luogo sarà una piacevole scoperta per gli amanti della storia ma di certo l’area archeologica avrebbe bisogno di essere musealizzata e valorizzata meglio.
Il borgo che vediamo oggi sfoggia edifici medievali e rinascimentali misti a casa di costruzione più recenti. Le vie lastricate del centro, con vicoli collegati da scalinate e antiche porte che sbucano dalle case, portano alla bella cattedrale trecentesca di San Pardo, con la sua facciata asimmetrica. Peccato che la piazza sia abbastanza corta e non si riesca ad avere una visuale completa della cattedrale, l’unica vista concessa è un po’ schiacciata, bisogna stare con il collo piegato per osservare i dettagli che interrompono l’austerità della pietra. L’occhio si sofferma sull’insolito rosone a tredici spicchi, delicato come un merletto di filo, e la sovrabbondanza di motivi decorativi del portale, forme geometriche, animali leggendari o ispirati al mondo della natura.
All’interno della chiesa si trovano porzioni di affreschi rinvenuti di recente in seguito a un restauro, che belli sono i dettagli delle acconciature, le espressioni, gli abiti e i volti dipinti! Nel centro di Larino scoprirete che le chiese abbondano, difficile svoltare l’angolo senza scorgere all’orizzonte la porta di un luogo di culto o un campanile. Proprio sulla piazza principale si affaccia anche il Palazzo Ducale, costruito dai normanni a cavallo tra 1100 e 1200, oggi sede degli uffici del comune, ma anche di una biblioteca e di un museo che custodisce reperti ritrovati nei siti archeologici della città.
Larino è uno di quei posti in cui non si va per vedere una lunga lista di luoghi ma per passeggiare, per fare domande, per vivere il territorio che circonda e avvolge il borgo. Durante la camminata abbiamo conosciuto persone gentili che ci hanno dato informazioni sui luoghi da vedere, su dove fare la spesa, dove parcheggiare, cosa assaggiare, ed è forse soprattutto l’insieme di incontri, di chiacchierate, di strette di mano improvvise, un caffè offerto e una gentilezza quando meno te lo aspetti la cartolina più bella da portare a casa da questa cittadina.