
Eh si, io arrivo sempre con l’ultimo treno e vado a visitare le Luminarie di Salerno al termine dalle Feste, clamorosamente fuori stagione. Ma anche se a metà gennaio ormai si è fuori dal tunnel di alberi, regali, lucine e mercatini, come faccio a non parlare di un evento così bello? E in una città che mi piace particolarmente? Appunto, ne parlo e basta. Sperando magari di ispirare i futuri visitatori dell’anno prossimo.
Torno sempre con piacere a Salerno perchè è una città affascinante. Non bella subito, sfuggente e spigolosa a un primo sguardo, un continuo sali scendi, vicoli stretti, angoli pittoreschi ed altri più trasandati, sconnessi, abbandonati. Terrazze improvvise che si aprono sul mare, colori caldi misti al grigio, al cemento, ma anche alle palme e a squisiti profumi. A tratti mi ricorda Genova (mescolata però anche con Napoli e Cannes) ma senza il caos e con un porto decisamente più piccolo. Salerno mi piace e basta, potrei tornarci un’infinità di volte, è piena di ristoranti fantastici, botteghine e pasticcerie, tavoli all’aperto dove rilassarsi la sera, lunghi viali per passeggiate davanti al mare. E poi sta in mezzo a tutto, vicino ai siti archeologici dell’area vesuviana e da una parte c’è la Costiera Amalfitana dall’altra il Cilento. Un paradiso turistico non indifferente.
Le Luminarie sono un insieme di itinerari, non un luogo specifico, e si trovano in vari punti della città. Facevo finta di non esserne interessata ma alla fine ho ceduto. Con la classica passeggiata turistica per il centro se ne scoprono quasi tutte, ma ci vuole tempo e spesso anche impegnandosi se ne saltano alcune. L’evento che da qualche anno sta richiamando un gran numero di turisti, soprattutto gite organizzate in bus con varie soste accessorie lungo il percorso. Seppur visibili con una toccata e fuga, sono una festa che merita la dovuta calma (anche perchè si estendono per chilometri) e soprattutto la città, così addobbata e ricoperta di makeup, saprà di certo conquistarvi. Osereste riprendere la via di casa senza dare uno sguardo ai suoi monumenti? Non sia mai!
L’ideale è iniziare dal luogo più “luminoso” delle luminarie (sembra uno scioglilingua) l’ombelico della festa: il Parco Cittadino. Al calar della sera prendono vita creazioni artistiche tridimensionali il cui tema varia di anno in anno, nell’inverno 2017/18 è stato “Lo Zoo che Vorrei”, con giganti animali di luci in diverse pose ed espressioni realistiche. Davvero un incanto. In una foresta luminosa capace di sconfiggere al buio di una serata d’inverno a colpi di led, si cammina sfidando bastoni per selfie e ruote dei passeggini davanti a uno scenario incantevole. Sculture di giganti e curatissime, maestose e sfavillanti abbastanza da ipnotizzare anche i più scettici. Persino la folla pare scomparire a un colpo di bacchetta. Davanti alla magia (seppur aiutata dalle lampadine) si torna tutti bambini.
Per evitare di perdersi nella folla, saltando anche luoghi interessanti, consiglio di percorre i vicoli interni (ma paralleli al mare) che dal Parco Cittadino riportano verso il cuore di Salerno, strade strette tra le case antiche, un lungo corso pedonale riccamente illuminato. Non vedrete più il cielo nero ma una costellazione di piccole luci, intervallate da motivi originali, per esempio scenici coralli di luci gialle.
Si procede anche più di un chilometro tra continue luminarie sospese sopra le teste dei passanti, il cordone non si interrompe mai e ad un certo punto si arriva a Largo Campo davanti alla Fontana del Vanvitelli , dove tutta la piazza diviene un tripudio di luci, cristalli e onde di colori. E per tetto un cielo di stelle. Alla lettera. Tutti con il naso all’insù e con un’espressione di sorpresa. Immagini che avevo più volte sfogliato online ma dal vivo è tutta un’altra cosa. La sensazione è molto diversa e suggestiva, anche se prima di arrivare si son già viste mille foto lo stupore non mancherà.
Continuando a seguire la scìa si arriva a piazza Sant’Agostino, dove enormi targhe luminose riportano i simboli della Costiera Amalfitana: i limoni, le maioliche, i fiori e i pesci in
simil vetro e simil perline. Un risultato piuttosto “pieno” ma di sicuro effetto, capace di far scomparire in un istante anche i palazzi moderni e tutti uguali che stanno intorno.
Belle le luminarie attorno al Duomo, in questa edizione con angeli musicisti e una grande Madonna con il Bambino. E poi dulcis in fundo. Piazza Flavio Gioia, uno spazio ovale che diventa un teatro di luci sospese nel vuoto o intervallate alle finestre delle case: sirene, tritoni, delfini, alghe, meduse, rivovono i miti del Mediterraneo. Un mondo sottomarino che più scintillante non si può avvolto da una fitta volta di luci azzurre. Sembrava letteralmente giorno. Che spettacolo!
Di luminarie in giro per Salerno ce ne sarebbero anche altre ma dopo questo scenografico piazzale niente vi stupirà più. Lasciatelo quindi per ultimo. Riprendete la macchina al parcheggio (o la strada per il vostro hotel) passando questa volta dal Lungomare Trieste, lì incontrerete meno cacciatori di luci muniti di cellulare e macchine fotografiche, meno palloncini con lucette intermittenti in mano ai bimbi. C’è spazio, si cammina tranquilli e si respira. Ancora uno sguardo alle luci della costa che si perdono all’orizzonte, quelle delle case e delle strade di uno dei percorsi più belli del mondo, guardatevi intorno e giurate che non vi siete emozionati neanche un po’. Bugia.
Meraviglia è tornare a sentirsi bambini
anche solo per un attimo
pensare che tutto sia un gioco, tutto possibile
che ogni sorriso sia sincero
parlare con gli animali, crearsi amici immaginari,
rincorrere le nuvole
stupirsi per ogni cosa.
CHE NE PENSI? Se il post ti è piaciuto, se hai domande oppure ho dimenticato qualcosa, lascia un messaggio. Sarò lieta di rispondere.