
Una domenica di sole in pieno inverno e temperature miti che ricordano la primavera, tanta voglia di uscire e vedere qualcosa di nuovo, anche senza spostarsi troppo. L’Umbria è una regione piccola ma sembra di non riuscire mai a conoscerla veramente, e le sorprese sono sempre in agguato, e a volte anche a pochi passi da casa. Paciano, incluso nella lista dei Borghi più Belli d’Italia e premiato dalla Comunità Europea come Villaggio Ideale, è davvero il borgo perfetto, un luogo dove vivere in sintonia col passato immagazzinando vibrazioni positive.
Il nome del borgo probabilmente deriva da Pace di Giano o Passus Iani ovvero, passaggio al tempio di Giano, luogo di culto del dio bifronte che si trovava tra Chiusi e il Trasimeno, il paesaggio che lo circonda è un susseguirsi di morbidi rilievi, campi coltivati e panorami che si aprono su Castiglion del Lago. Tutta la cittadina è un accogliente salotto reso ancora più confortevole dall’accoglienza dei suoi abitanti, i turisti sono benvenuti, e lo sono davvero, e il caffè per loro è offerto dai cittadini. Nei due bar del centro i visitatori possono richiedere il “caffè sospeso”, una tradizione partenopea esportata con successo nel borgo umbro, anzi colgo l’occasione per ringraziare del mio caffè al bar La Sosta di Giano, ancora più buono perchè unito ad un gesto di inaspettata gentilezza.
Paciano è un accogliente borgo castello dall’aspetto congelato nel tempo, un cordone di abitazioni per gran parte attaccate le une alle altre e che si snodano su tre vie principali, le case sono molto curate e spesso addobbate con fiori ed elementi decorativi. Della fortificazione originale resta oggi solo la Torre d’Orlando, che troneggia la prima via d’accesso al borgo, anche se l’intero centro storico poco è cambiato dal suo aspetto reale nel medioevo. Le vie d’accesso sono la Porta Rastrella, la Porta Fiorentina e la Porta Perugina, quest’ultime due in ricordo chiaro ricordo del suo passato in bilico tra i possedimenti del Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. E ancora oggi l’equilibrio non è ben definito e le carte continuano a mischiarsi, seppur sia territorialmente parte dell’Umbria a Paciano si respira in ugual misura aria di Toscana.
Si passeggia per le tre strade pedonali in leggera inclinazione e una piazzetta che si apre tra le file di case di mattoni e pietra ed entrando attraverso la Porta Rastrella, la prima struttura che si nota è Palazzo Baldeschi, un elegante edificio nobiliare del 1600 che ospita un’esposizione permanente legata alle produzioni artigianali del territorio, la tessitura, il ricamo e le lavorazioni di ferro e del cotto. Consiglio di entrare per curiosare tra i telai e tessuti ancora realizzati a mano grazie all’attività di un’associazione locale. Consiglio anche una sosta all’Antico Sipario, una struttra ricettiva da poco restaurata e gestita da una coppia di giovani molto simpatici. Anche chi non è cliente dell’albergo può partecipare agli eventi in programma o entrare ad acquistare prodotti biologici come miele, creme da borsetta.
Poco distante dalla piazza centrale è la Chiesa di San Giuseppe, sede di un piccolo museo dove è conservato il gonfalone della Madonna delle Grazie, opera realizzata nella bottega del Bonfigli. Alle pareti della chiesa si notano ancora piccole porzioni di affreschi e sono custodite statue artistiche in legno datate a cavallo tra 1600 e 1700 oltre che un’esposizione di oggetti d’arte sacra.