
Pesaro è una piacevole piccola città che nasconde più di una sorpresa. Mare, arte, storia e musica, non manca proprio nulla ed una meta perfetta per una gita fuori porta o un weekend di primavera. Il centro più a nord delle Marche, a pochi chilometri dalla Riviera Romagnola e dal Parco Nazionale San Bartolo, è un luogo tranquillo e quasi assopito d’inverno, vivace e densamente popolato d’estate, quando inizia il turismo balneare e tutti gli hotel ritornano attivi. Visitare Pesaro fuori stagione ha i suoi lati positivi, ci si può concentrare sulla città e scoprire con calma i monumenti e la sua storia, passeggiare senza fretta tra le strade pedonali, con case antiche di mattoni rossi mescolate a palazzi di epoche ben diverse.
E inizio il mio giro di Pesaro ricercando i fasti perduti della Belle Époque sul lungomare cittadino, alcune tracce si trovano proprio tra le panchine di pietra dell’ormai demolito stabilimento balneare Kursaal, e l’intrecciarsi di foglie, fiori e geometrie sofisticate sulla superficie del Villino Ruggeri, residenza elegante color verde chiaro, proprio davanti alla celebre sfera di Arnaldo Pomodoro.
Dal Piazzale della Libertà il centro si raggiunge a piedi, la città è completamente pianeggiate e molte strade sono chiuse al traffico. Il cuore di Pesaro è Piazza del Popolo, rettangolare e circondata da edifici che raccontano epoche storiche diverse, cominciando con il Palazzo Ducale e la bella la fontana simbolo della città, con giochi d’acqua, animali mitici e mascheroni. Purtroppo l’originale venne distrutta durante i bombardamenti del ’44, quella che vediamo oggi è una ricostruzione fedele completata negli Anni Sessanta. Di Pesaro vi colpirà il gran numero di biciclette che si muovono ovunque per la città mentre le macchine restano fuori, lontane, e tutto il centro un’isola di silenzio, come un grande giardino.
Se avete almeno un pomeriggio intero a disposizione potete visitare i tre musei della città acquistando un unico biglietto: La Casa di Rossini, la Domus dell’Abbondanza e i Musei Civici di Palazzo Mosca. Il prezzo è di 10 euro (con riduzioni per soci Coop e iscritti al FAI o Touring Club). La casa natale del compositore è stata rinnovata ed adibita ad esposizione permanente di stampe , foto, lettere, quadri e illustrazioni di celebri costumi di scena indossati durante gli spettacoli delle sue opere, dell’assetto originale dell’abitazione restano i mobili della cucina. All’ingresso si trova anche una saletta con cuffie e brani selezionati da ascoltare.
Poco distante si trovano anche i Musei Civici di Palazzo Mosca, un’esposizione piccola ma interessante il cui pezzo forte è lo splendido (e immenso) altare dipinto dal Bellini. Lungo le scale della residenza seicentesca si trova anche un’opera d’arte piuttosto impressionante, la Medusa di Ferruccio Mengaroni. Ma come mai ha un volto maschile e non femminile? In realtà è l’autoritratto dell’artista, ed ecco un macabro dettaglio, Mengaroni morì schiacciato proprio dal peso della sua enorme Medusa, che gli precipitò addosso con tutti i suoi dodici quintali. Coincidenze sinistre e una tragica fatalità hanno legato per sempre l’artista alla sua opera più inquietante.
La piazza antistante Palazzo Mosca è molto graziosa, proprio davanti al museo si trova la Casetta Vaccaj, una delle abitazioni più antiche della città (che oggi ospita un bistrot) e un monumento particolare alle personalità importanti della provincia di Pesaro Urbino, non manca il profilo di Federico da Montefeltro, lo sguardo del Raffaello e il ritratto del pesarese Gioacchino Rossini. Era mia intenzione visitare anche la Sinagoga (che a giudicare dalle foto in rete deve essere splendida) ma è aperta solo pochi giorni al mese, se volete andarci vi consiglio di verificare le date in cui è possibile entrare sul sito Pesaro Musei.
I cuoricini con il violino sulla pavimentazione della città guidano alla Casa di Rossini, l’immagine di un Cupido ci porta invece verso la Domus dell’Abbondanza, una porzione di una residenza romana venuta alla luce durante i lavori per la costruzione di un parcheggio sotterraneo. E’ sempre affascinante scendere le scale in un condominio come tanti e trovarsi all’interno all’interno di una ricca casa della Pisaurum d’età augustea. Oltre ai mosaici restano ben visibili le colonne del peristilio, tracce degli affreschi originali e i canali di scolo per l’acqua piovana. Tra i ritrovamenti nell’area il più celebre è proprio la testa in terracotta di un Eros dormiente, probabilmente parte di una decorazione del cortile interno, diventato oggi il “logo” della Domus (musealizzata e aperta al pubblico solo dal 2015). La visita è guidata dalla visione di tre video proiettati direttamente su pannelli all’interno delle porzioni della casa, un’introduzione generica alla scoperta del sito archeologico e due ricostruzioni dell’aspetto delle stanze e della strada pedonale che si trovava appena fuori l’abitazione.
Anche se la Pesaro di oggi è una città moderna, sofisticata e con una forte vocazione turistica, resta ancora un luogo dove emerge ancora la Pesaro di ieri. Dall’alto. Quando i nuovi edifici e le vie del centro perdono i loro tratti e diventano solo macchie di colore sul territorio, ecco che la struttura inconfondibile delle città romane con strade “tirate come linee col righello” riappare. Pisaurum era uno dei centri sorti sulla via Flaminia, arteria che collegava Roma all’antica Ariminum (Rimini) passando per le Gole del Furlo.
Del passato di Pesaro restano tracce da ricercare con cura, invisibili a un primo sguardo e quasi segrete. Basta entrare nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e fare caso a delle teche di vetro sul pavimento. Cercate una centralina a gettoni e inserite un euro, sarà ben speso. Avrete sette preziosi minuti di illuminazione per poter vedere splendidi mosaici palocristiani praticamente intatti. Durante dei lavori di restauro sono infatti emersi dalla pavimentazione della chiesa i resti della prima basilica cristiana eretta dopo l’Editto di Costantino della quale si nota anche la soglia, la traccia delle mura e splendidi mosaici colorati. Probabilmente la chiesa venne distrutta durante la guerra greco – gotica e poi ricostruita al termine del conflitto (e dopo la vittoria dei bizantini) per mano di un uomo di potere e stratega vicino a Belisario. Il suo nome era Giovanni, originario della Mysia nell’attuale Turchia (come racconta il grande mosaico ritrovato proprio sotto al pavimento dell’ingresso). Nel medioevo si aggiungono poi motivi nuovi a tema fantastico, tra tutti spiccano la sirena con coda biforcuta, le lamie, una specie di vampiro/uccello dei bestiari medievali e una balena che smembra allegramente un uomo.
Visitando Pesaro scoprirete che una giornata vola via veloce e non basta per vedere tutto ciò che ha da offrire, la città è piccola ma molto stimolante e con attrazioni per tutti i gusti. Per esempio l’antica Peschiera è stata trasformata in un Centro di Arti Visive e all’interno di un bel villino elegante in Viale Pola si trova il Museo della Marineria, per gli appassionati di storia c’è anche il Museo Archeologico Oliverano, per chi invece adora le moto il Museo delle Officine Benelli. Io avessi avuto più tempo sarei andata anche agli Orti Giuli, un giardino all’inglese, e alla Rocca degli Sforza, oltre che alla Sinagoga, luogo che spero di vedere la prossima volta (ma organizzandomi un po’ meglio prima di partire).