
Appena fuori dalla periferia Sud di La Paz, nei pressi del villaggio di Mallasa, si trova un luogo sorprendente che tutto sembra tranne che attaccato alla superficie urbana di una capitale, non a caso è stato chiamato El Valle de la Luna. Per visitarlo il modo migliore è partire in taxi dalla città, raggiungere l’ingresso al sito e poi procedere a piedi, con una lunga passeggiata su una passerella di scalette dalle quali si hanno diverse vedute del suggestivo paesaggio.
Punte aguzze, colonne, camini e rocce a forma di stalagmite, cumuli di minerali, sabbia e argilla esposti quotidianamente all’instancabile lavoro della pioggia e del vento, il tutto circondato dal deserto. Sembra di essere atterrati in un diverso pianeta, o scivolati nel cratere di un vulcano, il paesaggio pare irreale ed è decorato da centinaia di formazioni naturali dalle forme stravaganti, un’opera d’arte spontanea realizzata dall’erosione.
Percorrendo il percoso completo (circa un’ora di cammino in totale) si passa davanti ad alcune formazioni così particolari da aver meritato un nome, per esempio la “Madre Luna”, un pinnacolo che termina con uno strano disco, (simile ai decori architettonici de la Sagrada Familia) e il “Mirador del Diablo”, dal quale si apre un vasto panorama della valle dei calanchi. Potete anche divertirvi a riconoscere la “Tortuga” (la tartaruga), il “Sombrero de la Dama” (cappellino di signora) o el “Buen Abuelo” (il buon nonno), tra le tante stravaganti forme.
Alcuni dicono che il nome di Valle della Luna sia stato dato nientedimeno che da Neil Armstrong durante il suo viaggio in Bolivia. In realtà non si è mai veramente fuori dal mondo perchè basta allungare lo sguardo per scorgere villaggi di recente costruzione, case di cemento praticamente in bilico su un terreno argilloso. Anzi, negli ultimi due anni mi hanno detto che le abitazioni a ridosso del Valle sono triplicate, e dal deserto si è passati alla vita di comunità. Ma per quanto suggestivo resta un terreno instabile e pericoloso per viverci, un miracolo dell’attività erosiva di vento e pioggia nei secoli che però non va d’accordo con le smanie dell’edilizia.