
Visitare almeno una porzione delle Grande Muraglia durante un viaggio in Cina è praticamente d’obbligo, come puoi andartene senza aver visto questo monumento impressionante e unico per forme e dimensioni? La Muraglia Cinese è oggi tra i luoghi più visitati al mondo ed è stata nominata una delle Meraviglie del Mondo Moderno. Tanta popolarità non è affatto immeritata, e lo capirete subito, quando le sue forme sinuose inizieranno ad apparirvi da lontano, in un’immagine incredibilmente suadente e al tempo stesso minacciosa.
Molti turisti fai da te in Cina, come me, scelgono l’escursione alla Muraglia nel tratto di Badaling comprando un tour organizzato di un giorno da Pechino. Ci sono varie opzioni nelle agenzie locali, ma le più economiche, soprattutto se si viaggia in pieno inverno,quando i turisti internazionali sono in netta minoranza, è unirsi a un tour di cinesi, in lingua cinese. Restare un giorno intero senza capire una parola di quello che viene detto non è facile, ma alla fine in un modo o nell’altro si finisce per socializzare e l’esperienza può rivelarsi molto più divertente di quello che si potrebbe immaginare.
In genere i tour organizzati che partono da Pechino verso la Grande Muraglia prevedono anche una sosta alle Tombe Ming, la valle nella quale si trovano i mausolei dei tredici imperatori della dinastia che dal 1368 al 1644 governò la Cina. Si tratta di un insieme monumenti commemorativi uniti alle sepolture dei sovrani suddivisi in varie aree separate. Celebre il palazzo sotterraneo di Dingling dove si trovano le sepolture di Zhu Yijun e delle sue due mogli, una specie di bunker scavato nel terreno e ricoperto di pietra e marmi pregiati. Il sito delle tombe Ming non è solo un sosta strategica per gli agenti di viaggio locali (con le classiche soste pranzo, bagno e souvenirs) ma anche opportunità per una serena passeggiata all’aperto lungo la Via Sacra, un sentiero circondato da statue di animali reali e di fantasia, o nel giardino che porta alle tombe, dove i tronchi degli alberi perforano la cinta muraria creando un’immagine alquanto suggestiva.
La visita delle Tombe Ming è interessante ma… l’attesa è insostenibile! Quando si è vicini alla Grande Muraglia nient’altro riesce a reggere il confronto e vederla è il desiderio più grande di chiunque prenoti un volo verso Pechino. Devo ammettere che davanti alle sue forme imponenti, leggiadre e possenti, ci si sente pietrificati, oggi come allora. Le sue mura sono spesse anche nove metri e alte fino a dodici, una barriera difensiva massiccia ma che serpeggia delicata tra le montagne creando squisiti disegni nonocurante della sua mole. E avevo del tutto sottovalutato una cosa: camminare per la grande muraglia non è affatto facile! Le salite ti spaccano in due e le discese sembrano ingoiarti come in una voragine, anche nei tratti più o meno pianeggianti se riesci ad allontanarti dalla folla per avere una vista migliore a un certo punto sembra di penzolare da un lato, come sulla torre di Pisa.
La Muraglia è stata pensata con una duplice funzione, spaventare e respingere il nemico e mettere in comunicazione rapida più punti dell’impero all’insorgere di una minaccia. I messaggeri potevano letteralmente “sfrecciare” lungo un percorso quasi infinito, chiamando i rinforzi in caso di attacco o pericolo e le sue mura, alte e liscie all’esterno, facevano scivolare nel vuoto chiunque avesse tentato di arrampicarsi. E’ riuscita a resistere al tempo e alle incurie, e anche al disprezzo di chi, soprattutto durante la rivoluzione comunista, la vedeva come un simbolo inutile di sperperi e atrocità del passato.
La sua costruzione risale alla dinastia Ch’in nel 246 a.C. e traccia un confine abbastanza netto tra il nord della Cina, unificata in un solido impero, e l’area sulla quale si muovevano tribù nomadi, meno organizzate dal punto amministrativo ma abili con armi e cavalli. L’idea di partenza fu del generale Meng T’ien, dopo anni di lavori per via dei costi insostenibili il progetto venne abbandonato e la dinastia stessa dei Ch’in cadde in rovina. I progetti vennero ripresi anni dopo, sotto le dinastie Han e Ming, perchè il potenziale della fortezza non era ancora stato sfruttato pienamente. Dalla casa imperiale partì la decisione di tornare ad investire nel progetto, soprattutto alla luce dei crescenti commerci e della necessità di trasmettere messaggi in codice attraverso segnali di fumo che salivano dalle torri.
La Muraglia è visitabile in più punti lungo il suo percorso ma in genere i gruppi arrivano da Pechino a Badaling, percorrendo la tratta più semplice da raggiungere ma anche più turistica (e ahimè, strapiena di gente). Per erigerla sono state utilizzate porzioni di fortezze già esistenti, unite a lunghi percorsi nuovi che hanno unificato il tutto in un’unica barriera con funzione di megavedetta dalla struttura immediatamente riconoscibile e uniforme. Ed è proprio questo il paradosso, per quanto imponente e massiccia nelle dimensioni, la Grande Muraglia appare leggera, sinuosa e sorprendentemente artistica, quasi un esclusivo diletto per la vista, come un gigantesco serpente addormentato sopra le montagne.