
Guayaquil è una città enorme, un porto commerciale e una metropoli moderna nella quale però si marcano molto più che in altri luoghi dell’Ecuador le differenze tra ricchi e poveri. Netti contrasti e divisioni, anche sul territorio, linee tracciate di netto tra la gente che sta bene e chi invece deve vivere alla giornata in uno dei numerosi quartieri disagiati della città. E l’urbanistica di Guayaquil sembra proprio fatta apposta per separare le diverse classi sociali, il più delle volte per renderle invisibili le une alle altre. Sicuramente non è una città della quale innamorarsi ma essendo la più grande, la più popolata e la più moderna del paese merita comunque almeno un giorno per esplorarla.

Grattacieli, palazzi moderni e accoglienti, strade ampie, raccordi, autostrade, passeggiate lungofiume, centri commerciali e ottimi ristoranti, ma anche baraccopoli estese sulla periferia come un’ombra triste. Due mondi invisibili, sbarrati e inaccessibili. E’ facile restare con l’amaro in bocca girando per Guayaquil, ma scegliendo di rimanere per un po’ si avrà l’opportunità di vedere il bello e il buono della città. A cominciare dai suoi abitanti, vitali, energici, amanti della musica e del ballo, dotati di un’innata eleganza, accoglienti, sorridenti, capaci di diventare in un giorno amici per la vita. Dopo aver superato il primo scoglio, e la repulsione, è ora di scoprire questa metropoli sudamericana che come il fiume Guayas si proietta direttamente sul Pacifico, e accorgersi che infondo c’è sempre qualcosa da vedere ovunque, anche nei luoghi non propriamente turistici.

Guayaquil non ha troppi monumenti, c’è una Cattedrale neogotica e qualche statua di personaggi pubblici legati alla città, ma manca un vero e proprio centro storico gioiello, come si può trovare in altre città coloniali. Guayaquil è moderna e come tale le sue attrazioni sono i palazzi, i nuovi condomini che svettano verso il cielo, e la piacevole promenade che si affaccia sul fiume, un luogo molto per rilassante per passeggiare tra panchine, palme, vecchie imbarcazioni ed edifici che si ispirano allo stile Liberty. E mentre si passa il tempo mangiando un gelato sul lungofiume, il Malecón 2000, l’altra metà della mela sembra così lontana.

La città venne fondata da Francisco de Orellana, l’uomo che scoprì il Rio delle Amazzoni, nel 1538. Da subito la grande pianura tropicale divenne un centro strategico per i commerci con la neonata Lima e gli altri centri coloniali. Il commercio del cacao fece la sua fortuna nei primi anni del Novecento e la città iniziò a crescere in modo esponenziale (e anche incontrollato). Il suo successo economico conobbe alti e bassi ma nel corso degli anni Guayaquil seppe reinventarsi e sopravvisse a terremoti, crisi economiche e attacchi dei pirati. E proprio a ricordo dei pirati nel lungo molo sul Guayas si trova una ricostruzione di nave pirata: l’Henry Morgan. Il veliero, i patios, le sale per spettacoli pubblici ed esposizioni, insieme a tutta l’area del nuovo Malecón, sono tra i principali progetti di riqualificazione della città. Guayaquil negli ultimi anni ha visto un notevole miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle aree del centro e del lungofiume. Non è detto che i problemi siano stati risolti, ma perlomeno spostati in luoghi dove i turisti solitamente non arrivano.

Per avere un’idea di come doveva essere l’aspetto di Guayaquil nei secoli passati si può fare un giro nel Parque Histórico, una specie di museo all’aperto con ricostruzioni di antichi edifici, o lungo le stradine del quartiere de Las Peñas. Ma il luogo più curioso della città sono i giardini del Parque Seminario dove comunità di iguane metropolitane condividono le aree verdi con i piccioni. Entrambe le specie animali sembrano non disturbarsi, anzi, convivono amichevolmente senza infastidirsi, anzi, facendosi compagnia.

El Bulevard Nueve de Octubre è una delle vie più trafficate e divide il centro in due, attraversando anche la Plaza del Centenario, un’area dedicata agli eroi dell’Indipendenza tra cui Simón Bolívar. Opposto al Malecón 2000 il Malecón del Salado, che invece che affacciarsi sul Guayas si trova all’interno della città, in un’ansa disegnata dai corsi d’acqua che arrivati a Guayaquil aspettano solo di tuffarsi nell’Oceano.
