
Il Cotopaxi, dal quechua Collo della Luna è il vulcano attivo che domina i paesaggi di Latacunga. Riuscire a scorgerlo con chiarezza spesso è un colpo di fortuna, il cratere attira le nuvole come una calamita e anche nelle giornate di cielo sereno non è facile vedere per intero la sua figura. Forse ancora più bello perchè sfuggente, è un cono meraviglioso che incute timore, un gigante che dopo settanta anni ha improvvisamente interrotto il suo sonno nell’estate 2015. Nei mesi successivi si sono verificate eruzioni, emissioni di gas ed eventi sismici ma ora il Parco Nazionale del Cotopaxi è di nuovo accessibile e il vulcano sembra essersi addormentato ancora una volta. Per quanto non si sa.
Il Parco Nazionale del Cotopaxi è uno dei luoghi più visitati dell’Ecuador, e non è difficile capirne il motivo. Si attraversano paesaggi straordinari e, anche se raggiungere il rifugio e il ghiacciaio sono dei compiti abbastanza duri, una volta saliti si è ampiamente ripagati della fatica. Appare un percorso di terre vulcaniche dai colori contrastanti, dal blu al rosso, al bianco delle nevi, il verde degli alberi e le nuvole bianche sempre presenti all’orizzonte.
Al parco naturale si accede normalmente in jeep e in gruppi di quattro che poi, al momento della salita al vulcano si possono dividere o unire con altri gruppi più grandi, tutto dipende dalla gestione delle guide turistiche che danno le direttive e fissano i punti di ritrovo con i partecipanti. Tutte le agenzie di Latacunga offrono piani di escursioni giornaliere che non solo accompagnano all’ingresso del sentiero da percorrere a piedi ma compiono varie fermate lungo la riserva naturale per contemplare paesaggi fantastici.
Per percorrere tutto il tragitto è necessario non soffrire di vertigini, avere un paio di scarpe da trekking comode, crema solare per non bruciarsi il naso e le guance, una bottiglietta piccola d’acqua e una giacca a vento (la temperatura scende velocemente mano a mano che si avanza verso l’alto).
Non sono mai stata una sportiva, anzi sono una pigrona cronica, ma sono comunque riuscita nell’impresa, il più delle volte stringendo i denti per la fatica, il freddo e la paura di scivolare. Ma come dico sempre, se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque, quindi non esitate e con l’abbigliamento giusto affrontate l’escursione al Cotopaxi.
Latacunga è letteramente abbracciata ai vulcani, non solo il Cotopaxi ma anche il Moruco e il Rumiñahui, un vulcano spento caratterizzato da una cresta di tre cime. Poco distante anche il Chimborazo, che con i suoi 6310 metri è il vulcano più alto dell’Ecuador. Un’area dall’intensa attività sismica, chiamata da Humboldt “La Strada dei Vulcani” parte della Cintura di Fuoco del Pacifico. Dal rifugio si può scegliere se proseguire o no verso i ghiacciai, il percorso è sempre faticoso, ma fattibile, mentre per raggiungere la cima del cratere è necessario rivolgere a guide professionali specializzate in trekking d’altura e munirsi di un equipaggiamento ben diverso.
Fermatevi a guardare anche la Laguna Limpipungo, dove si possono incontrare spesso cavalli selvaggi e uccelli. Il vento è spesso molto forte e le nuvole corrono veloci, in un attimo tutto più cambiare, dal sole alla pioggia, dal caldo al freddo, dai brividi alle scottature. E’ un territorio difficile quanto emozionante e non è raro farsi prendere dal mal di altura (il temibile Soroche) ed essere costretti a rallentare, se non cancellare, alcuni piani. Per evitare inconvenienti è consigliabile passare almeno una settimana in Ecuador (tra Quito e Latacunga) prima di affrontare escursioni al Cotopaxi, il corpo si sarà abituato all’altitudine e si riuscirà a compiere tutto il percorso senza intoppi… e con una sopportabile fatica.