
Visitare gli Emirati Arabi in crociera è uno dei modi migliori per esplorarli in modo interessante e dinamico, senza spendere cifre astronomiche. Il fai da te è possibile in tutti gli scali ma a volte con le escursioni organizzate vengono proposte alcune attività divertenti alle quali è difficile rinunciare, per esempio la corsa in jeep sul deserto nei dintorni di Dubai, un giro emozionante tra le dune dorate che consiglio vivamente di provare.
Si rimbalza come in un flipper ma pur essendo una tipa fobica (nè amante della velocità e dei motori) non mi sono mai sentita a disagio, i conducenti sono esperti e sanno quello che fanno. Le jeep aspettano belle pronte ai piedi della nave, dopo il via del tour leader della compagnia di crociere (nel mio caso Costa) si sale a bordo in mini gruppetti di cinque o sei, dipende dalla capienza del veicolo. Prima un tranquillo e monotono viaggio in autostrada per uscire da Dubai dove si incontrano solo case a schiera tutte uguali, qualche hotel e capannoni, forse fabbriche o magazzini. Poco più avanti arriva … il nulla! Il deserto vero e proprio, prima pianeggiante e ciottoloso, poi di colline di sabbia vellutata, splendide anche sotto un cielo nuvoloso, le stesse che poi l’autista andrà a scalare regalandoci un percorso da brivido.
Il giro diventa un giro di giostra spericolato tra salite, discese e curve a gomito sulla sabbia. La parte più divertente è stata ascoltare i commenti degli altri turisti nella mia jeep, un piccolo gruppo di pisani che ne ha dette veramente delle belle. A un certo punto sembrava il copione di una commedia di Vanzina e tra una discesa (da far saltar fuori gli occhi) e l’altra ci siamo divertiti di brutto. Quando scendi con lo stomaco un po’ sballato e la testa che se va per conto suo, sei contento di riprendere contatto con il suolo ma… ecco la vera sorpresa. Ad attenderti fuori c’è il deserto. Quella distesa di nulla che fino a quel momento dal finestrino della macchina non ero riuscita neanche a capire, le immagini erano dinamiche, veloci, come in un film. Quella lunga pausa è il momento più bello da assaporare. Non capisci più dove devi andare, perchè e dove stai correndo, senza motivo, semplicemente resti fermo, ti concedi un attimo di vuoto assoluto.
Gli itinerari variano anche a seconda delle giornate e del tempo a disposizione al porto ma in genere c’è anche una fermata in una specie di accampamento nomade messo in piedi per i turisti. Lì ci hanno offerto del tè e della frutta secca (non mancavano datteri zuccherosi buoni da morire). L’ambiente non mi è sembrato il massimo ma non era certo lo scopo del viaggio, al massimo una tappa per far riposare i turisti e … mandarli al bagno.
La corsa riprende, ma con toni più moderati, e il ritorno alla civiltà è più veloce e meno avventuroso. Ancora deserto, deserto, deserto, l’assenza di ogni cosa, di suoni, di colori. Sembra tutto docile, tranquillo e dalle fome sinuose, mentre invece può rivelarsi letale se non ci sei abituato, se non sai come viverlo e affrontarlo. Il deserto ti mette vistosamente davanti al niente, tutto è bello eppur non hai qualcosa da guardare. Il deserto è affascinante, è un divenire e un trasformarsi continuo, niente rimane com’è troppo a lungo. Lo stesso vale per la metropoli del deserto per eccellenza, l’effervescente Dubai, la nuova città che è spuntata fuori dalla sabbia dall’oggi al domani.
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