
Lima è l’unica capitale del Sud America ad affacciarsi direttamente sul Pacifico. Una città enorme, che si espande a macchia d’olio su un’arida costiera. La sua storia è abbastanza recente, ma nei suoi cinquecento anni Lima ha visto partire dai suoi porti le ricchezze degli antichi imperatori, ha ospitato i nuovi nobili, i vicerè e tanti impavidi avventurieri, è divenuta la sede di una delle più temibili inquisizioni fino a diventare la metropoli sfaccettata e moderna di oggi. Il centro nevralgico del nuovo Perù.
La capitale fu fondata dagli spagnoli dopo la conquista delle province peruviane e la sottrazione di beni, ricchezze e uomini all’impero Incas. E’ la città dove Pizarro visse e iniziò la sua fortuna, ma anche dove lo aspettò una fine rapida e violenta. Il conquistador venne infatti ucciso dai sostenitori di Diego de Almagro, il suo ex compagno di avventure del quale in precedenza si era sbarazzato. Nella cattedrale ancora oggi è esposta una scatola dove probabilmente venne messa la testa di Pizarro dopo la sua morte. Accanto un monumento funebre custodisce i resti del conquistador e grandi dipinti ricordano l’avventuriero spagnolo e la distruzione dell’impero Incas. I galeoni spagnoli e gli indios ridotti in schiavitù in una raffigurazione tipica che appare gloriosa o tragica, a seconda dei punti di vista.
Alla cattedrale è annesso un bel museo che raccoglie arte barocca e reperti che raccontano la conquista delle Indie e ad essa è collegata anche al Palazzo Arcivescovile con le sue architetture complesse, e i balconi intagliati in legno simili a quelli di molte città della Spagna. Plaza de Armas è il cuore monumentale della Vecchia Lima, con le case colonionali, le palme e i carrettini dei venditori di jugos, i succhi di frutta tropicale spremuta al momento, venduti in bustine monoporzione. Da essa si snoda un labirinto di vie dove palazzi antichi si mescolano con altri più moderni e le chiese barocche riempono gli occhi e la scenografia urbana.
Tra gli altri bei monumenti la Basilica e Convento di San Francisco da Lima, una bella chiesa barocca dal color giallo. La patrona della città è però Santa Rosa, il cui culto si estende non solo a tutto il Perù ma ad altri stati del Sud America, alla protettrice di Lima è dedicato un bel santuario appena alle porte del centro. Se avete tempo vi consiglio di visitarlo e ne ho parlato insieme al Museo dell’Inquisizione e al quartiere di Barranco nel post 3 Luoghi insoliti da vedere a Lima.
Imperdibile per conoscere l’arte, la storia e la vita quotidiana delle civiltà precolombiane è il Museo dell’Oro, il nome fa riferimento alla sola collezione di preziosi manufatti Incas miracolosamente scampati alle depredazioni spagnole, mentre il Museo di Archeologia e Antropologia custodisce una collezione ben più ampia che spazia dalle terracotte agli affreschi, fino a piatti, gioielli e oggetti di uso cerimoniale.
Lima raccoglie circa un terzo dei cittadini del Perù, tutti aspirano a trasferirsi nella capitale e lasciano le campagne in cerca di una vita migliore, alcuni ci riescono, altri finiscono nelle baraccopoli che a lungo si estendono nei subborghi. Le periferie della megalopoli non sono belle e interessanti come il centro e raccontano storie diverse, spesso di una profonda delusione e desolazione, dell’interminabile attesa di un cambiamento.
La modernità e il benessere della nuova Lima si concentrano invece nel quartiere di Miraflores, dove troviamo centri commerciali a ridosso del mare, grattacieli e vedute dii una costa rocciosa densamente popolata e velata dalla sua onnipresente nebbiolina, un’umidità permanente portata dalla corrente di Humboldt. Il suo profilo più poetico è il quartiere di Barranco, cantanto nelle canzoni della tradizione popolare, la più famosa è La Flor de la Canela. Ogni nuovo giorno a Lima inizia con il traffico e una lenta processione dei pendolari, dai finestrini delle macchine arrivano fino in strada le note di canzoni allegre o tristi, che raccontano storie d’amore o d’orgoglio nazionale. La capitale del Perù è un luogo che non conquista subito ma diviene sempre più affascinante col passare del tempo, ad ogni sguardo, ad ogni esperienza vissuta, ad ogni nuova sensazione che la città, seppur frenetica e grigia, abbondantemente regala. Mi è piaciuta? Il primo giorno avrei risposto “poco”. L’ultimo avrei urlato “tantissimo”! Ed ho fatto la valigia carica di una pesante nostalgia.